Buona domenica a tutti!
Ieri sera sui nostri tavoli abbiamo scelto azioni attorno a un fuoco, abbiamo lottato per non soccombere alle macchine, abbiamo scelto di costruire antiche città e abbiamo chiesto l’aiuto di utili famigli.
Buona lettura!
Pillole
[F/\B!O P.] Wendake • 1-4 giocatori • 14+ • 60-120′ • giocato in 4 di cui 2 alla prima partita • 180 minuti con spiegazione
È di nuovo MattiaPas con i suoi messaggi che innesca serate: “Conosci qualcuno che abbia Wendake?” “Per organizzare una partita o per regole da chiarire?” “Se non l’hai provato neanche tu, a una partitina non ti dico di no…” Alberto della segreta di Treforni lo possiede e ho l’occasione dunque di mettere in contatto due gruppi ludici che frequento.
A turno, posizionate i segnalini azione sulle vostre plance per attivare una delle 3×3 tessere azione. I 3 segnalini dovranno formare una fila. In estrema semplificazione, le tessere permettono di muoversi sul tabellone, raccogliere risorse, convertirle e acquistare tessere tecnologia dal mercato. Alla fine di ogni round, le tessere scivolano in giù sulla plancia, spingendo fuori la riga inferiore. Ora potete sostituire una delle tessere uscite con una delle tessere avanzate, mescolarle e rimetterle a caso in cima alla plancia. Le tessere che sono state attivate, ma non spinte fuori, vengono capovolte per rivelare l’unica azione sull’altro lato. Ciascuna delle vostre azioni contribuirà all’avanzamento su uno dei quattro tracciati: Militare, Economico, Rituale e Maschera. Sono raggruppati casualmente in coppie e solo il tracciato più basso di ogni coppia conterà per il punteggio finale.
Il vero valore aggiunto della partita è il quarto giocatore, Luigi: l’ultima volta che l’ha intavolato era in compagnia di Danilo Sabia, autore del gioco, per cui gronda aneddoti ed entusiasmo. È ovviamente il vincitore designato. Pure ad Alberto piace molto e la spiegazione è perfetta. Insomma, MattiaPas ed io ci faremo la guerra dei poveri. Siccome quando c’è necessità di bilanciamento nei punteggi, la chiave di solito è essere flessibili, adocchio la tecnologia che mi permette di spendere 1-5 risorse diverse tra loro per ottenere altrettanti punti su un tracciato a mia scelta. Alberto è il più espansionistico sulla mappa, ma sbaglia clamorosamente il tempismo del finale, per cui la sua prestazione risulta sotto tono. Luigi ci fa scuola per quanto riguarda l’ottimizzazione della griglia 3×3 e la sua manipolazione, tramite l’azione Fuoco Sacro e alcune tecnologie. MattiaPas cerca di fare quello che non fanno gli altri, per provare cose diverse e per non scornarsi troppo.
Compro la tecnologia di cui sopra (la più costosa) appena riesco, tra lo stupore generale, e le dedico tutta la partita. Trascuro totalmente le maschere. Sposto le pedine il minimo per avere tutti i tipi di risorsa. A questa conversione mi ci dedico talmente bene che riesco ad arrivare secondo. La meccanica che mi è piaciuta di più è la selezione delle azioni, veramente particolare e divertente. Direi un titolo da avere in collezione.
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[Simone M.] Terminator Genisys: Rise of the Resistance • 1-4 giocatori • 14+ • 90-120′ • giocato in 3 • 90 minuti (di cui 10 di spiegazione)
Questa sera per citare un recente ed inutilmente provocatorio “meme’ comparso su FacciaLibro io, il Dr. Nick e Giacomino “Traditeeeeur” decidiamo di spegnere il cervello per affrontare il primo scenario di un ameritrash di derivazione cinematografica ovvero Terminator: Rise of the Resistance.
Ambientato nel futuro apocalittico proposto nel 5′ film della saga in cui le macchine hanno preso il sopravvento. In Italia il gioco è edito da Wyrd Edizioni.
Titolo che non giocavo da tanto e che volevo riprovare, a partire dallo scenario 1, con la crew. American purosangue a scenari o giocabile in modalità casual come uno skirmish che propone una marea di feticci di genere (secchiate di dadi, fiumane di nemici, botte da orbi). Le meccaniche sono semplici e gradevoli: ciascun giocatori tite 4 d6 e li assegna alle varie caselle azione del personaggio per muoversi, attaccare, curarsi o interagire con gli oggetti. Il valore del dado spesso determina alcuni effetti migliorativi di una certa azione o addirittura è un requisito per interagire con un un determinato elemento dello scenario. Altre volte è ininfluente. Alla fine del turno di ciascuno personaggio si tira per vedere se appaiono nemici da alcuni punti di spawning. Ogni giocatore controlla un gruppo di nemici che gli sono stati assegnati ad inizio partita individuabili dal colore della basetta (lo stesso della dotazione del giocatore).
I trittico delle meraviglie formato da Kyle Reese, John Connor e dal T-800 Guardian (ovvero il Terminator interpretato da Schwarzy e riprogrammato come guardia del corpo) mentre rientrano alla base della resistenza decidono di fermarsi in campo di prigionia per umani apparentemente abbandonati per depredare provviste.
Peccato che il complesso sia pieno di macchine assassine controllate da Skynet.
Riusciranno i nostri eroi a trovare i tre Waypoint contenti le provviste, salire sul camion e riuscire a scappare con ancora tutte le loro propaggini attaccate al torso?
La risposta è fortunatamente si. La mappa si affolla presto ma in qualche modo riusciamo a fuggire dal complesso e non senza aver preso diverse botte ed effettuato diverse azioni di recupero (ovvero riportare in piedi un compagno che è andato a terra).
La chiave del gioco è ottimizzare le peculiarità di ciascuno personaggio per calmierare le avversità scatenate dai dadi.
Ci alziamo dal Tavolo piuttosto soddisfatti e pronti per il secondo scenario.
Ah, si ci siamo ricordati di riprendere i cervelli lasciati fuori legati al guinzaglio.
Alla prossima!
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[Matte] Concordia • 2-5 giocatori • 13+ • 90′ • giocato in 5 • circa 120′ compresa spiegazione delle regole
Da qualche tempo nel mio gruppo di gioco si è aggiunta una ragazza, che già giocava, ma ora la stiamo proprio sottoponendo a un corso di giochi da tavolo moderni. Da Carcassonne a Catan fino a Burgundy e Nemesis, questa volta essendo in 5 al tavolo abbiamo deciso di intavolare Concordia.
Grande classico di Mac Gerdts, dalle regole semplici e abbastanza intuitive, ci mette nei panni di mercanti nell’impero romano per costruire una propria rete commerciale. Dopo pochi turni il gioco è chiaro a tutti, a parte qualche carta che ha richiesto una breve spiegazione sull’effetto, e difatti andiamo abbastanza spediti.
Per chi non lo conoscesse: si gioca una carta dalla propria mano e si svolge l’azione indicata; si continua così, con la possibilità di riprendere in mano tutte le carte già giocate attraverso una carta specifica. Potremo quindi muovere i nostri coloni (via terra o via mare), costruire case nelle città adiacenti ai nostri coloni, andare a vendere o comprare risorse, riscuotere risorse dalle regioni, prendere nuove carte da aggiungere alla nostra mano, ecc…
La configurazione in 5 è un po’ stretta e costruire nelle città è una lotta non indifferente. Alla fine le carte e i loro moltiplicatori fanno tutta la differenza del mondo, con i primi due a giocarsi la vittoria e il terzetto di fondo in lotta per il gradino più basso del podio.
Chiudo appunto al terzo posto: non una partita memorabile, ma contento di aver fatto conoscere questo gioco anche a una “quasi novizia” dei giochi da tavolo. Quale potrebbe essere il prossimo gioco da proporle? Sbizzarritevi nei commenti!
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[Antonio-Figlio di Griffin] Brew • 2-4 giocatori • 10+ • 45-90′ • giocato in 3 • quasi 45 minuti compresa spiegazione delle regole
Questo titolo bramavo di provarlo e addirittura di comprarlo già solo attirato dai disegni sulla scatola e dai bellissimi dadi custom. Ovviamente avevo interesse anche per la sostanza del gioco, oltre che per la forma, visto che la gestione dadi è una delle mie meccaniche preferite.
L’occasione di provarlo l’ho avuta in associazione ludica al Guiscardo grazie a Francesco che lo ha prima spiegato e poi intavolato con me e Antonello.
Il sistema delle azioni si basa sul posizionamento dei propri dadi su spazi azione presenti su di un tabelloncino centrale e su di alcune carte foresta da reclamare, nella fase finale di ogni round, in base a maggioranze di dadi del proprio colore.
Si utilizzano anche dadi elementali, non impiegati per le maggioranze, che attivano forti azioni speciali che interagiscono direttamente sulle mosse degli avversari per scalzare dadi o coprire spazi azione.
Ci sono poi carte aiutanti animale che regalano azioni istantanee o permanenti, da acquisire spendendo risorse specifiche difficili da produrre, con alcune prelevabili solo con l’occupazione esclusiva di un determinato spazio azione.
Il gioco è piaciuto sia a me che Antonello che eravamo alla prima partita che ci ha colpito anche per la fluidità dei soli quattro turni, fatti di scelte non banali ma nemmeno bruciacervelli.
Vi posso dire, quindi, che a me questo Brew ha conquistato e ha fatto venire voglia di un prossimo acquisto… e non solo perché ho stracciato i forti Francesco e Antonello distanziandoli di bene una decina di punti!
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CONTENUTI AUDIO E VIDEO
Sul canale YouTube di Giochi sul Nostro Tavolo questa settimana l’onnipresente F/\B!O P. ci regala un nuovo unboxing.
Nel video F/\B!O P. ci fa la descrizione dei componenti con apertura della scatolina di Guns or Treasure: Parrots and Monkeys, di Joshua Bowman e Bryce Brown, gioco da tavolo edito da Castillo Games.
Il podcast di questa settimana ci vedrà tutti all’arrembaggio sui nostri tavoli!
ENIGMI E SALUTI
Per il precedente indovinasunto Francesco – giustamente – non ha avuto dubbi nell’individuare la scatola del bellissimo Alta Tensione!
Questa settimana ditemi invece a quale scatola appartiene questo:
Giocate, guardate sempre bene e commentate. Alla prossima!