Il mondo di Harry Potter ha sempre ispirato giochi da tavolo di vario genere e per varie età. Con gli anni i titoli si stanno raffinando e nell’ultimo periodo è difficile trovare un qualcosa bocciato dal grande pubblico. Ci sono stati sicuramente titoli passati in sordina ma ci sono stati anche titoli che si sono rivelati degli autentici gioielli, anche per i palati più fini (es. Hogwarts Battle).
Harry Potter: Into The Cauldron è un titolo di Francesco Berardi edito da Clementoni. Per 2-4 giocatori e a partire dagli 8 anni. É un gioco competitivo per famiglie a tema “pozionistico” che ci vedrà alle prese con moltissimi degli ingredienti che troviamo nella saga. Il nostro scopo è quello di realizzare le pozioni più remunerative prima degli altri e guadagnare più punti possibili.
Materiali
I materiali sono notevoli per il prezzo e il target in cui ci troviamo e vorrei spendere due parole in più del solito. Abbiamo un totale di 88 carte di varia grandezza su cartoncino molto resistente (carte ingrediente + pozioni maggiori + pozioni minori). La grafica ricorda molto quella medievale e i disegni sono molto belli tanto che le prime partite guardavo le carte una ad una e andavo a cercare sul piccolo foglio enciclopedico del gioco i vari nomi italiani della saga. Le carte non le ho imbustate, vedendole molto resistenti ho voluto testarle per bene. Attualmente le faccio mischiare a mio figlio di 7 anni e devo dire che stanno superando lo stress-test a pieni voti
Come si Gioca?
Ogni giocatore inizia con 6 carte ingrediente: 3 carte in mano e 3 carte davanti a sè scoperte a formare una riserva personale visibile a tutti. Al centro del tavolo avremo a disposizione di tutti 3 pozioni maggiori visibili (le altre coperte) e 5 ingredienti. A chiudere il set-up abbiamo 2 pozioni minori per ciascuno che daranno pochi punti vita ma una volta realizzate ci daranno un’azione speciale da compiere.
Nel nostro turno avremo 3 azioni: Prendere un ingrediente scoperto, rimpiazzarlo e pescare una carta
Possiamo poi svolgere 1 delle 5 azioni speciali disponibili: Pescare due carte. Rubare una carta dall’avversario. Pescare un numero di carte pari al numero di giocatori e scegliere che carta tenersi. Prendere una carta dagli scarti. Prendere una carta a scelta dal mazzo della pesca e rimescolare.
Possiamo infine realizzare una pozione. Se realizziamo una pozione minore faremo l’azione speciale indicata, se facciamo una pozione maggiore prendiamo la carta e la sostituiamo con una coperta.
Il gioco:
Harry Potter: Into The Cauldron ha tutto il sapore di un race game condito da un pizzico di gestione carte e puzzle game. Ci capiterà spesso di avere in mano carte inutile e dovremo essere bravi a sfruttare le azioni speciali per rimpiazzarle ma dobbiamo fare in fretta, prima che le pozioni maggiori vengano concluse dagli altri. Le pozioni minori ci possono aiutare ad accorciare le distanze con i giocatori più rapidi e per avere un’azione speciale. In oltre rubare le carte agli avversari dona un tocco d interattività utile per rallentare l’avversario.
CONCLUSIONI
Ho apprezzato molto lo sforzo dell’autore per ridurre l’alea o rubando le carte all’avversario oppure prendendo carte specifiche dal mazzo. Quello che però ritengo il vero “piatto forte” del gioco è che in tutta la partita sapremo sempre cosa fare e non ci sentiremo mai in balia degli eventi e degli avversari. Le 5 mosse speciali fra cui scegliere non sono nè poche nè troppe e non creano confusione. Anche i più giovani riescono ad essere sempre focalizzati e questo gli permetterà di giocarsela con i più grandi. Interessante, infine, quello di poter vedere parte delle scorte degli ingredienti degli altri perchè aumenta la possibilità di avere l’ingrediente giusto al momento giusto e perchè ci porterà a guardare le scorte degli altri senza avere mai gli occhi incollati sulle nostre carte in mano.
Il gioco svolge ottimamente il proprio compito. Tiene uniti ragazzi e adulti attorno al tavolo senza far sfigurare nessuno. Le partite veloci rendono meno amara la sconfitta e ci invoglierà a farne subito una seconda.
Va bene per chi ha meno di 8 anni?
Non ho avuto problemi con bambini di 7 anni (per es. mio figlio) dovevo solo ricordargli spesso quali erano le 5 azioni speciali ma dopo un pò le ha imparate. Con bambini più piccoli ho provato a ridurre il numero di azioni speciali portandole a 3 o a 2 e mi sono trovato bene ma il gioco perde un pò di sapore.
Ringrazio l’editore per la copia omaggio