[Recensione] Hidden Games Luogo del Reato – Il 1° caso: IL CASO DI VILLASETIA

scritto da TheUncle (Giulio) e Bernapapà

Oggi vi proponiamo una recensione a 4 mani, in quanto sia io, Bernapapà,
che TheUncle, abbiamo giocato ed apprezzato la suddetta esperienza di gioco
su questa nuova forma di gioco investigativo: Hidden Games Luogo del Reato:
Il caso di Villasetia.

Il gioco consiste di una sola busta, contenente tutto il materiale
necessario a condurre una indagine, avvalendosi anche di informazioni che
troverete su Internet…

In nero troverete le mie considerazioni [B],
in blu quelle di TheUncle [G].

Buona lettura!

[G] Dovete sapere che la mia compagna non è una nerd, anzi, è quanto di più
lontano ci possa essere con il nostro mondo. Quando l’ho conosciuta non
aveva neppure il pc a casa ed ora, in 3 anni, usa 2 piattaforme di
streaming, mi consiglia le serie da vedere e si sta appassionando ai giochi
da tavolo.

Per ora i generi che predilige sono due, gli astratti e le escape room di
genere investigativo.

Per il suo compleanno quindi le ho regalato Hidden Games, incuriosito
dalla copertina e dalla descrizione del gioco. Non avevo letto nulla
online nè del gioco nè avevo visto le recensioni… un autentico salto nel
buio. Ma come si suol dire, la fortuna aiuta gli audaci.

Ci siamo trovati davanti ad un titolo davvero avvincente.

[B] Da parte mia, sia io che mia moglie, compreso qualcuno dei figli, siamo
appassionati di Escape rooms, giochi deduttivi, ma anche cene con delitto e
simili.

Aver avuto l’opportunità, grazie alla copia recensore ricevuta, di
provare questo nuovo gioco è stato semplicemente una bellissima sorpresa!


Apriamo la scatola

[G] Aperto il pacco di Amazon ci troviamo davanti alla riproduzione una
grande busta come quella dei corrieri in carta grezza e timbri postali.
Posteriormente, sopra l’apertura a strappo la scritta che l’avventura sarebbe
cominciata non appena aperta la busta.
Sono sincero, mi sarei
aspettato di trovare tutto meno che quello che c’era all’interno della
busta.
Pensavo di dover affrontare una escape room tradizionale,
guidata, con degli scenari ben definiti così come le altre in commercio ed
invece no, il contenuto ci ha spiazzato.
Una trentina di fogli A4
di tutti i tipi, ricevute, lettere, trascrizioni, appunti, fotografie,
biglietti strappati da ricomporre, volantini e rapporti della polizia insieme
ad un gran poster A3 “all’americana” con tutte le foto dei protagonisti della
storia.
In pratica era come se qualcuno abbia racimolato alla bene e meglio una
quantità di prove e ce le avesse inviate così, alla rinfusa, chiedendoci
aiuto. Una sensazione nuova, lo ammetto, che all’inizio ci ha lasciati
confusi. Cosa farci con quella quantità di roba? Non ci sono suggerimenti,
non c’è un ordine, non c’è nulla.

[B] Confermo il senso di stupore di fronte al materiale che si trova nella
busta, ed anche un pizzico di smarrimento… e ora che si fa? Paradossalmente
questa mancanza di indicazioni iniziali, ha contribuito ad aumentare
l’immedesimazione! Suppongo infatti che, in un caso di investigazione vero,
all’inizio gli indizi siano veramente pochi, e solo l’attività di
investigazione, attraverso l’analisi della scena del crimine, ma soprattutto
tramite l’indagine da eseguire sui possibili sospetti, riesca a dipanare la
nebbia fitta che si presenta all’inizio di ogni caso.

Il gioco

[G] Ed è proprio questa la vera innovazione, la sensazione di sconosciuto
che da ad ogni giocatore la possibilità di organizzare le indagini nel
modo che preferisce.

Tutto, un po’ alla volta, prende senso e la storia diventa sempre più
ingarbugliata ma, a modo suo, anche lineare.

Ogni foglio è necessario per poter dare un nome alle persone sul poster
grande e per poter rispondere alle domande poste dal gioco… e c’è di
più.

Sono stati inseriti degli elementi che portano a fare ricerche online sui
social network (Facebook), sull’intranet della centrale di polizia e sulle
caselle vocali per sentire i messaggi registrati.

Tutto interattivo e tutto fondamentale per le indagini ma, soprattutto,
tutto così realistico da farci sembrare davvero al centro delle
indagini.

Alla fine delle indagini sapremo tutto sulla vita degli abitanti di
Villasetia e dei loro inciuci, manco fossimo i proprietari del salone di
parrucchiere del paese.

Ed alla fine, dopo un paio d’ore piene di impegno e ricerca, potremo
provare a dare risposta alle 3 domande poste dal gioco.

[B] L’esperienza di gioco è davvero coinvolgente.
Si parte da poche informazioni, e mano a mano che si analizzano i reperti,
si cominciano a fare collegamenti, supposizioni… ci si interessa della
storia dei personaggi, delle relazioni che li legano, si indaga sulle
motivazioni, sui moventi, sugli spostamenti, tutto immerso, anche grazie
all’uso della tecnologia, in un’atmosfera estremamente realistica…
mancavano solo i personaggi in carte ed ossa al tavolo!

Impressioni

[G] Come potete immaginare questo gioco ci è davvero piaciuto.

L’impatto iniziale, per noi che siamo abituati ad avere a che fare con le
escape room, è stato il colpo vincente di questo prodotto.

Tutto incasinato all’inizio e tutto lineare, logico, deduttivo dopo aver
preso confidenza con le indagini.

Non ci sono enigmi assurdi sui quali impazzire, semplicemente lacune da
colmare con impegno nelle indagini.

Niente di assurdo, niente di “tirato per le orecchie” per far tornare la
storia.

Si entra in punta di piedi nella pacata vita di un piccolo paese
sconvolto da un omicidio e si cerca di trovare un filo conduttore a tutti
gli enigmi.

Il lavoro dietro a questo gioco è davvero encomiabile, l’averlo reso
“verosimile” è stato il colpo vincente.

Purtroppo come tutte le escape room anche questa è one shot, ma a parte il
cartellone da compilare, non ci sono materiali de logorare o distruggere per
il bene delle indagini il che permette di rimetterla su qualora un nuovo
gruppo di investigatori volesse provare a risolvere i misteri di Villasetia.

[B] Confermo e sottoscrivo tutto quanto riportato da Giulio.

L’idea di partire da piccoli indizi per costruire una storia organica, che
si va a svelare piano piano, ha reso il senso di investigazione che
raramente sono riuscito a percepire in altro giochi.

In effetti l’assenza di enigmi stravaganti e di quesiti fuori contesto aiuta
decisamente a immergersi nell’indagine, così come deduzioni pindariche che
avremmo dovuti fare, che talvolta si trovano in altri giochi investigativi
(qualcuno ha detto Sherlok Holmes consulente investigativo?).

La soluzione, non risulta affatto banale, ma sicuramente molto lineare, ed
anche se qualche dettaglio è sfuggito durante l’indagine, una volta svelato
il mistero, non si ha la percezione di dire, vabbè, ma come avrei potuto
arrivarci: anzi, si ha proprio la sensazione di dire: che stupido, bastava
solo fare questo collegamento.

Quindi un gioco decisamente realistico! Bravi!

Si ringrazia la Hidden Games per la copia recensore concessaci.

Qui trovate un breve video di
presentazione del gioco.

Qui trovate una intervista effettuata a questa nuova realtà editoriale.

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