The Binding of Isaac – 4 Souls [recensione]

Scritto da Team Krampus Box.

Intro

Il settore videoludico ha sempre avuto una discreta influenza nel mondo boardgame (e viceversa).

Tanti giochi (dungeon crawlers, card games, euro games etc.) prendono spunto per il tema o per la storyline da famosi videogiochi (esempio lampante: Boss Monster, di cui abbiamo già parlato nel nostro video).
Mesi fa ci è capitata per le mani una gemma grezza e finalmente abbiamo la possibilità di parlarne: The Binding of Isaac – 4 Souls.

Per chi non conosce il videogioco di Isaac, è un roguelike procedurale con grafica minimal (leggermente superiore ai “pixel” di Boss Monster) estremamente difficile e ansiogeno. Skill manuali sono fondamentali per completare la “run” oltre alla presenza di centinaia di oggetti pick up e collezionabili, rendendo il titolo quasi infinito (“platinarlo” è un’impresa quasi impossibile).

Il brand di Edmund McMillen ha riscosso molto successo tanto da emergere in altri contesti, boardgame compreso. E’ qui che nasce l’idea di The Binding of Isaac – 4 Souls (base game) e Requiem (prima espansione, in uscita nel 2023).  

Il gioco percorre esattamente la filosofia del capostipite videoludico, in chiave deck – building. Combattimenti all’ultimo sangue, oggetti da comprare, maledizioni da lanciare: può sembrare un Munchkin ma non lo è, e adesso vi spieghiamo perché. Partiamo dalle basi.

The Binding of Isaac – 4 Souls – Prime Impressioni

Prima di tutto facciamo le presentazioni:

  • Deck Building
  • Durata della partita: 30 – 60 minuti
  • 2-4 giocatori
  • Distributore Italiano: MS Edizioni
  • Autori: Edmund McMillen, Krystal Fleming.

L’autore del gioco da tavolo è lo stesso del gioco platform, questo ci assicura già da subito una fedeltà di interazione oltre che di grafica sul titolo.

Il gioco ha come meccanica quella dei più classici deck – building e non per caso abbiamo già citato il celebre Munchkin di Steve Jackson. Si pescano carte, si crea un mazzo che può servire sia per contrastare gli altri giocatori, sia per attaccare mostri e si affrontano questi ultimi guadagnando anime (punti) per la vittoria finale.

Raccontato così sembra quasi banale: in realtà il regolamento ed il gameplay… lo sono!

Tuttavia, il plus di questo gioco è proprio il brand che si porta dietro: Isaac. Chi è un giocatore di The Binding of Isaac riconosce da subito la filosofia del gioco, ritrovando mostri, oggetti e situazioni.

Prima di approfondire le impressioni e la gestione del gioco da tavolo Vs gioco videoludico, guardiamoci setup e regolamento!

The Binding of Isaac – 4 Souls – Fondamenti

Come dicevamo precedentemente, le regole del gioco sono molto semplici, anche se nella traduzione italiana siamo incappati in alcuni problemi di interpretazione confutati poi da una lettura del regolamento “esteso”.

Infatti, da segnalare, sul sito della MS Edizioni (distributore italiano) è disponibile sia il regolamento “aggiornato” (per alcuni errori iniziali) e il regolamento esteso per una lettura più approfondita di terminologia ed azioni. (link al regolamento esteso)

Il gioco si alterna in turni dove i giocatori utilizzano carte bottino, attivano eventuali abilità per uccidere un mostro ottenendo oggetti e, molto importante, anime che serviranno per la vittoria finale.

Il primo giocatore che ottiene 4 anime (4 souls) sarà incoronato vincitore e la partita terminerà immediatamente.

Per preparare una partita a The Binding of Isaac – 4 Souls ci basterà:

  • Mescolare I diversi mazzi di gioco: carte tesoro, carte bottino e carte mostro.
  • Si pescano due stanze tesoro e si posizionano a faccia in su vicino al resto del mazzo, a disposizione di tutti. Questi sono gli “oggetti” (già vedo brillare gli occhi ai giocatori di Isaac).
  • Si piazzano altrettante due carte mostro vicino al rispettivo mazzo, scoperte.
  • Se giochiamo con le anime bonus, se ne scelgono casualmente tre e vengono piazzate vicino ai mazzi di gioco, in modo da essere visibili a tutti.
  • Ogni giocatore riceve una carta personaggio casuale, il rispettivo oggetto iniziale, tre carte bottino e tre monete.

La meccanica di gioco gira attorno alla gestione delle carte che ogni giocatore ha davanti a se, scoperte e visibili a tutti. Sia la carta personaggio, sia gli oggetti con cui partiamo (o che prenderemo) avranno due status, carichi o scarichi. Gli oggetti carichi (posizionati in verticale) possono essere utilizzati, quelli scarichi (o in gergo deck building “tappati” o “spossati”, posizionati orizzontalmente) no.

Prima di parlare della struttura di un turno, facciamo una rapidissima descrizione delle 3 tipologie diverse di carte.

Carte Tesoro

Nel mazzo troveremo per lo più oggetti ovvero le skill tanto care a tutti i giocatori di Isaac.

Gli oggetti vengono piazzati assieme al nostro personaggio, in aggiunta a quello di partenza, e vanno a sommare le loro caratteristiche con tutti quelli che possediamo già (o che giocheremo).

Avremo due tipologie di oggetti:

  • Passivi (con sfondo grigio) che hanno abilità statiche o già innescate, sempre attive nel gioco. Questo vuol dire che per attivare l’oggetto non saremo costretti a doverlo scaricare ma solo quando verrà soddisfatto il requisito (spiegato nel testo della carta).
  • Attivi (con sfondo dorato) che avranno abilità da attivare, con o senza costo. Queste abilità verranno attivate scaricando l’oggetto e pagando il suo eventuale costo.

Per chi ha familiarità con il gioco videoludico non solo entra immediatamente nella logica degli oggetti, ma li riconoscerà tutti (con una nota di malinconia). Gli oggetti, infatti, per il gioco di Isaac sono una parte fondamentale da cui dipende la riuscita o meno della partita.

Nel gioco da tavola è esattamente lo stesso, mantenendo la stessa filosofia del cugino videoludico.

Carte Bottino

Le carte bottino, oltre alle carte di partenza, vengono pescate ad ogni turno e tenute in mano. Rispetto alle carte tesoro sono tenute nascoste a tutti gli altri giocatori (tranne i gingilli) e vengono giocate, all’occorrenza,  durante un combattimento con gli avversari, etc. Anche queste carte si suddividono in diverse tipologie:

  • Bottini Semplici: Vengono usati per guadagnare risorse o aiutare i giocatori in combattimento.
  • Carte Tarocco: Simili alle precedenti ma con “poteri” più forti.
  • Carte Gingillo (o Trinket, usando il gergo di Isaac): Sono oggetti passivi a tutti gli effetti e si piazzano a faccia in su davanti al giocatore.

Carte Mostro

Non servono molte spiegazioni, i mostri sono quelli che dovremo combattere. Nel mazzo troveremo:

  • Carte mostro semplici, più facili da abbattere ma che non ci regaleranno anime, utili per la nostra vittoria
  • Carte boss, mostri più difficile da uccidere ma che avranno come premio finale quasi sempre una (o più) anime.
  • Carte evento che sono i cosiddetti “imprevisti”, positivi o negativi o addirittura maledizioni.

Mostri e boss sono un altro punto forte per tutti i giocatori della controparte videoludica: difficoltà, disegni, descrizioni sono molto fedeli al gioco originale, facendoci rivivere lo stress ed il divertimento passato in quelle maledette stanze rettangolari.

Presentate le diverse tipologie di carte, passiamo a descrivere il turno di giochi in brevi passaggi.

Fase Iniziale

Il giocatore di turno ricarica tutti i propri oggetti e/o il proprio personaggio, rendendo disponibili dunque tutte le abilità. L’azione viene svolta anche durante il primo turno poiché tutte le carte iniziali, dopo la distribuzione, partono scariche. Oltre a ciò si attivano tutte le altre abilità previste dalle carte con dicitura “ad inizio turno” e si pesca una carta bottino.

Azioni

Si passa dunque all’azione. Il giocatore di turno può effettuare una o tutte le azioni disponibili:

  • Giocare una carta bottino dalla mano.
  • Attaccare un mostro.
  • Acquistare un oggetto/tesoro dal negozio.
  • Terminare il turno.

Fine turno

Terminate le azioni (o una sola di quelle elencate) il giocatore attivo chiude il suo turno controllando le abilità che si innescano (sempre in base alle sue carte) alla fine del turno, recupera tutta la salute eventualmente persa nel combattimento e scarta le carte dalla mano oltre il limite consentito (10 in totale).

Non spiegheremo tutto nel dettaglio, ma vale la pena approfondire l’azione di attacco, che è il fulcro del gioco.

Così come per il titolo videoludico, il combattimento “fino alla morte”, nostra o del mostro, è una prerogativa fondamentale della filosofia di The Binding of Isaac.

Parliamo di combattimento “fino alla morte” poiché quando un giocatore decide di attaccare un mostro non potrà più sottrarsi. Il giocatore di turno sceglie il mostro da attaccare (scoperto o coperto) e lo ingaggia.

La nostra salute è quella mostrata dalla carta personaggio (più le eventuali skill ricevute da oggetti attivi/passivi, trinket o bottini giocati nel turno) mentre quella del mostro è indicata sulla rispettiva carta.

Il mostro non avrà mai una fase di attacco, semplicemente noi attaccheremo tramite un tiro di dadi. Se il tiro di dadi va a buon fine assesteremo un colpo alla salute del mostro, altrimenti il mostro ci farà un danno.

Ogni mostro avrà un valore di “elusione” specificato sulla carta. Il valore ci indicherà il numero minimo (pari o superiore) che dovremo ottenere con il nostro dado per assestare il colpo. Ovviamente anche qui oggetti, gingilli o bottini ci aiuteranno nell’essere più efficaci nei tiri di dado.

L’attacco non è banale come ci immaginiamo poiché i tiri di dado e l’elusione dei mostri diventeranno sempre più difficili a seconda della forza dei mostri (un Satana o la Madre di Isaac ci daranno parecchio filo da torcere, esattamente come nel videogioco).

La domanda da farci ora è: ma se mi dice male e finisco tutti i miei punti salute?

Risposta molto semplice: Sei morto!

Non siamo fuori dal gioco, ma esattamente come in Isaac, il turno termina, il mostro torna al suo posto vivo e vegeto e noi rivediamo il nostro assetto. Infatti, morendo il player di turno dovrà pagare la sua “pena di morte”:

  • Scegliere un oggetto non eterno tra i propri e scartarlo.
  • Scartare una carta bottino.
  • Perdere una moneta.
  • Scaricare tutti gli oggetti rimasti davanti a se.

Il turno del giocatore attivo termina immediatamente.

I turni si susseguiranno come descritto fin quando uno dei giocatori al tavolo avrà conquistato 4 anime (uccidendo mostri o tramite altre carte). La partita terminerà immediatamente decretando il vincitore.

Rapidissima menzione per l’espansione presentata anche nei nostri video: The binding of Isaac: Requiem

L’espansione non solo aggiunge numerosi oggetti e mostri, completando l’operazione nostalgia rispetto al titolo originale, ma va ad ampliare i mazzi di gioco con quello delle Stanze.

Le stanze (le tanto amate room di Isaac dove abbiamo affrontiamo mostri su mostri) aggiungono abilità utilizzabili solo dal giocatore attivo che potrà decidere di usare o meno (spesso con un costo).

Alla fine del turno, se il giocatore attivo avrà sconfitto almeno un mostro potrà decidere di scartare la stanza attiva e pescarne una nuova con la prima del mazzo.

Come Gira The Binding of Isaac – 4 Souls

Quando un giocatore esperto di The binding of Isaac, il videogioco, inizia una “run” sa che ha molte probabilità di non terminarla. Il gioco è volutamente complesso, sia per la presenza di tantissimi mostri sia per la casualità degli oggetti (come dicevamo prima, fondamentali) che incrementano le nostre statistiche per tenere il passo della difficoltà, in salita vertiginosa ad ogni livello.

La trasposizione di questo titolo in chiave boardgame rischiava di essere un grosso flop, soprattutto per la difficoltà di portare al di fuori di una realtà procedurale la filosofia appena descritta, tanto amata da tutti i giocatori di Isaac.

Noi, da appassionati, confermiamo: McMillen ci è riuscito in pieno!

Il gioco trasmette la stessa crudeltà di quando nel pieno della nostra partita perdiamo il nostro ultimo cuore e ci ritroviamo davanti a quella triste scritta, Game Over.

Ovviamente nel gioco da tavolo la crudeltà viene mitigata nella semplice perdita di un oggetto, bottino e moneta. Tuttavia, vi assicuriamo che molto spesso ci è capitato di dover rinunciare ad oggetti molto importanti per colpa di una morte ingiusta, decisa dal tiro di dadi (o dalle azioni degli avversari).

L’interazione, infatti, anche se non approfondita nelle regole, è importantissima. Il gioco consiglia lo scambio di opinioni, baratto e scambio di oggetti ma nessuna regola vieta tradimenti e cattiverie gratuite (quasi spingendoci a farlo).

Inoltre, le carte sono numericamente tantissime. Se pensiamo anche all’aggiunta dell’espansione, The binding of Isaac – Requiem, ci apre un ampio ventaglio di possibilità. Questo aiuta non solo la variabilità di pesca (come oggetti o mostri) ma anche la rigiocabilità.

Le partite, dunque, possono essere rapide o lunghe ma vi assicuriamo che nel nostro gruppo (con 2/3 giocatori) non hanno mai superato i 60 minuti. Questo aspetto è, per noi,  un punto a favore: leggero e scorrevole.

I nostri pro e contro

Eccoci, dunque, ai nostri personali pro e contro su The Binding of Isaac – 4 Souls:

Pro:

  • Se sei un giocatore del titolo originale troverai la stessa filosofia di gioco in questa trasposizione boardgame. Il gioco è crudele, divertente con una solida interazione tra i giocatori dandogli ampiezza, variabilità e rigiocabilità. Vi state chiedendo quante volte morirete anche qui? Tante…tante.
  • Disegni e descrizioni sono perfettamente in linea con il brand. Le caratteristiche degli oggetti o dei trinkets, i mostri e la loro forza sono allineati con quelli che siamo abituati ad incontrare nelle stanze di The binding of Isaac.
  • Rapidità di gioco e semplicità sono caratteristiche importanti per permettere al titolo di essere giocato non solo da chi viene dal mondo videoludico, ma anche per chi è neofita al mondo Isaac (conosciamo casi di chi ha iniziato con il titolo bordgame per poi convertirsi alla controparte videoludica).

Contro:

  • Confusione nella gestione delle carte: Nonostante ci sia un sito (solo con carte in lingua inglese) dove vengono elencate tutte le carte presenti per ogni versione (base o espansioni) le carte tra le diverse versioni/espansioni non sono distinguibili. Questo vuol dire che una volta mischiati i mazzi sarà praticamente impossibile riordinarle per espansioni. Probabilmente un sistema per riconoscerle (come da sempre fa Munchkin) sarebbe stato utile per i maniaci dell’ordine.
  • Il secondo contro è una contrapposizione di uno dei pro: se non sei un giocatore di Isaac potresti trovare riluttanza nella rigiocabilità di questo titolo. Come abbiamo specificato nelle nostre impressioni, Isaac è una filosofia, crudele ma giusta nel suo equilibrio. Se non abbracci ed accetti la sua crudeltà troverai sempre riluttanza per questo titolo, boardgame o videogioco.

Conclusioni

The Binding Of Isaac – 4 Souls ci ha fatto divertire, ci ha fatto incazzare e abbiamo tutt’ora voglia di intavolarlo.

Queste premesse per noi caratterizzano un titolo vincente sul piano ludico, sia che tu sia un giocatore del titolo originale o che tu legga “The binding of Isaac” per la prima volta.

Da appassionati della saga, vi spingiamo ad entrare nella filosofia di Isaac per apprezzarlo non come un semplice e noioso deck building ma come un avvincente roguelike trasposto su carte che vi regalerà ansie, incazzature, emozioni e tanto divertimento con amici.

Oh guarda una simpatica moschina”…..

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