Fabio (Pinco11)
LACRIMOSA – PRIME IMPRESSIONI
In Lacrimosa, come di sovente accade, l’ambientazione prescelta per il gioco mi spinge ad approfondire la storia che vi sta dietro, riscoprendo così la leggenda legata all’ultima opera di Mozart, ossia il Requiem. Su di essa il compositore lavorò prima di morire, lasciandola incompiuta, per cui l’opera su poi completata, su iniziativa della moglie, con l’aiuto di suoi allievi. Si dice, per altro, che l’autore fosse ossessionato da quell’incarico, avendo identificato nel misterioso committente la morte stessa, a ciò indotto a pensare sia dalla propria malattia che avanzava, sia dal tema ‘funerario’ prescelto (qui il link se volete approfondire).
In Lacrimosa (del duo Ascensi – Renalias per Devir edizioni, che lo distribuisce anche in Italia), comunque, siamo chiamati ad impersonare teorici sponsor del compositore, impegnati a rispondere alla chiamata della moglie Costanza, fornendo le risorse ed i contatti necessari per completare il Requiem.
Indirizzato ad un pubblico di giocatori esperti, il titolo gira intorno a logiche di deck building, oltre che di gestione azioni e risorse. 1-4 giocatori, 90′ a partita (120′ nelle prime), 14+ (indipendente dalla lingua) sono i suoi numeri.
LACRIMOSA IN POCO
Ogni giocatore riceve un mazzo di carte ed una scheda personale e si prepara il tabellone di gioco, il quale ospita nella parte alta le carte in offerta (azione ed opere), nella centrale una cartina dell’Europa ed in basso una griglia che riproduce idealmente le parti del requiem da riscostruire.
Al proprio turno il giocatore sceglie tra le quattro carte che ha in mano (in certi momenti tre) le due da utilizzare: una per la parte in alto, che consentirà di svolgere azioni ed una per quella in basso, che attribuirà risorse bonus a fine turno.
Le azioni sono poche, ma significative, e consentono rispettivamente di prelevare carte dal mercato, muoversi sulla mappa (ottenendo bonus o tessere obiettivo), completare una parte del requiem (piazzandovi i propri segnalini) od operando sulle carte opera (bonus e punti).
Ove si prelevi una carta azione, essa andrà a sostituire quella giocata per il ‘bonus’ ed è sempre possibile scambiare denaro per le altre risorse (ideali ‘punti storia’)
A fine partita si ottengono punti per le tessere obiettivo, nonchè per la propria partecipazione al completamento dell’opera (segnalini nell’apposita sezione), oltre che per le risorse residue.
COME SI PRESENTA
I materiali sono decisamente all’altezza ed il tutto sul tavolo fa davvero una buona figura. Dal punto di vista grafico le scelte sono tutte ispirate, con una copertina evocativa e disegni assolutamente a tema, così come l’iconografica risulta chiara e sufficientemente intuitiva. Unico piccola doglianza forse è legata alle icone ‘strumenti’ nel tracciato requiem, ma si tratta di informazioni che solo alle primissime partite vanno memorizzate. Per il resto alcuni tocchi, come le plance spesse che contengono appositi inserti nei quali collocare le carte, utili ad evidenziarne le parti attivate nel giocarle, rendono la sensazione di una produzione curata ed attenta.
Il tema di fondo, poi, è ben reso ed in diversi aspetti il gioco richiama l’ambientazione prescelta, per cui anche qui deve essere dato merito all’editore. Unico avviso è che nella prima lettura del manuale si può rimanere un attimo travolti da tutti i termini utilizzati per identificare risorse ed azioni, ma rassicuro sul fatto che una volta spiegato, il gioco gira effettivamente senza intoppi.
COME GIRA
Lacrimosa è un gestionale dall’impianto abbastanza classico, nel quale ci si alterna fruendo delle proprie carte azione, le quali sono da giocare a coppie, attivando per ciascuna di esse una delle due sezioni (alta e bassa). Nell’arco di un round completo si avranno in mano tutte e nove le proprie carte, per cui l’alea è contenuta, ma la sfida è quella di riuscire ad ottenere sempre il meglio dalla casualità con la quale esse sono proposte (ad ogni turno se ne hanno sempre e solo quattro).
Pur essendo ben percepibile come cinghiale, come attestano i 90′ (ottimistici) ed il 14+ sulla scatola, gode di regole alla fine molto lineari e senza fronzoli e questo aiuta ad intavolarlo e spiegarlo (una volta metabolizzate le regole) in modo piuttosto rapido e la cosa è confermata dalla scarsa necessità di ricorrere al manuale per risolvere i classici dubbi in corso di partita. Stuzzicante è la scelta sempre presente tra il compiere azioni tese a costruire ‘motori’ (qui molto limitati), ossie quelle legate alla acquisizione di carte e quelle che forniscono invece bonus e risorse immediati, utili ad alimentare le importanti ‘spese’ di risorse da affrontare in corso di partita.
IL FLUSSO DI GIOCO
Come accennavo il regolamento può lasciare, ad una prima lettura, un attimo smarriti, se ci si concentra troppo sulla terminologia utilizzata, in quanto è possibile far confusione tra carte ‘memoria ed opera’ e/o tra i ‘punti storia talento, viaggio o composizioni’, perdendosi un poco per strada nel cogliere i concetti fondamentali. Il mio consiglio, quindi, per chi dovrà poi illustrare le regole, è di focalizzarsi sugli effetti di ogni cosa, lasciando da parte la tematica di fondo, relazionandosi, per esempio, con i punti storia come ‘risorse nere, rosse e bianche’ e con le carte dividendole tra quelle che terrete in mano e quelle che giocherete davanti a voi per utilizzarle o per venderle.
Il livello di difficoltà complessivo è valutato, del resto, dagli utenti di BGG con un rassicurante 3.09, quindi sotto, per fare due esempi, al 3.19 di un Marco Polo o al 3.40 di un Newton, titoli ai quali per certi aspetti può essere avvicinato, il primo per le interazioni su mappa ed il secondo per l’uso delle carte azione.
Quanto allo sviluppo della partita l’idea è quella di operare di volta in volta delle scelte, intuitive, tra la ricerca di bonus immediati (che si ottengono attivando le carte opera o muovendosi sulla mappa) ed il potenziamento del proprio motore produttivo, che si ottiene potenziando il mazzo (deck building) e completando presto alcuni parti focali del Requiem, che attribuiscono poi potenziamenti permanenti alle azioni.
Ben fatto ed idoneo a generare riflessione e pianificazione è il deck building, ridotto all’osso grazie all’idea del mantenimento sempre di un mazzo della stessa dimensione.
PARAMETRI VARI DI LACRIMOSA
L’interazione è presente, ma assolutamente indiretta e si avverte soprattuto sotto forma di una corsa a giocare per primi nella mappa centrale, per cogliere le migliori occasioni. Le carte, invece, si ripristinano dopo la pesca, per cui c’è meno frenesia, mentre nella sezione della composizione delle parti del Requiem gli altri possono effettivamente dare noia, ma ciò accade, di solito, in modo pressochè involontario.
Sulla scalabilità devo dire che la radice del gioco resta la stessa, ma la presenza altrui si avverte maggiormente con il salire del numero dei giocatori. La versione testa a testa gode però di un tempo a partita assolutamente da peso medio.
L’accoglienza riservata al gioco è al momento davvero buona, godendo mentre scrivo di un voto medio, su BGG, di 7.9, di tutto rispetto.
L’innovazione, infine, non è elevata, ma tutta gira bene ed è proposto senza troppi fronzoli e senza inutili complicazioni.
CONCLUSIONI
Lacrimosa è un validissimo gestionale, basato su di un impianto di regole classico per il genere, ma decisamente fluido e ben bilanciato. Di adeguato spessore ma non troppo pesante, è sicuramente uno dei titoli di spicco del raccolto 2022 per gli amanti del cinghiale (qui snello il giusto). Un titolo, dunque, che merita di essere provato per i fan di questa classe di giochi.
Si ringrazia l’editore per la copia di review concessa e si ricorda che il gioco è disponibile anche nel negozio online Egyp.it