Giocato e recensito da:
Giuls/ TheUncle
Quando poco prima di Natale mi è stato proposto di recensire Dungeon Crawlers, un gioco di ruolo, devo dire la verità, sono rimasto un po’ perplesso. Non perché non mi piacciano, sia chiaro, ma era da un po’di tempo che non ne recensivo e non ritenevo propriamente rientrasse nella mia comfort zone. Prima di accettare, mi sono informato un po’ sul progetto dal sito della Serpentarium ed ho visto nel titolo quelle potenzialità che mi hanno incuriosito e convinto a provare questa avventura.
Alla luce dell’esperienza di gioco, non potevo scegliere un titolo migliore di Dungeon Crawlers per tornare a parlare di GdR e capirete presto il perché. Permettetemi di ringraziare la Serpentarium per avermi fornito il manuale di valutazione per potervene parlare.
Come si presenta?
Il manuale di Dungeon Crawlers è tutto in un libro con copertina rigida di circa 200 pagine protetto da una sovra copertina in bianco e nero, impreziosita da un disegno vecchia scuola molto evocativo. Questa copertina non ha solo valenza estetica in quanto si trasforma in uno schermo da master, con all’interno gli elementi che possono essere disegnati con il tiro di dadi.
La cura riservata al progetto è molto molto alta e lo si può intuire anche dalla qualità della carta utilizzata o dalle pagine che sono piene di esempi ed illustrazioni utili per facilitare l’apprendimento del regolamento che occupa circa un terzo del libro. Il restante spazio è stato dedicato a 6 avventure che possono essere giocate one shot oppure in modalità campagna.
Completa il manuale una sezione tutorial che attraverso la simulazione di una decina di turni di gioco spiega in modo esaustivo il regolamento.
Come si gioca?
Cominciamo con il dire che questo manuale è stato scritto e pensato appositamente per tutti coloro che vogliono approcciarsi per la prima volta ad un gioco di ruolo. Il modo in cui è stato pensato, le regole, gli esempi e la filosofia intrinseca del gioco permettono di affrontare una campagna (o partita) in modo molto spontaneo, senza impazzire dietro a manuali e regolamenti articolati e strutturati.
Tutto è stabilito da un tiro di dadi, che con le loro 4, 6, 10, 12, 20 e 100 facce definiranno mappa e ritrovamenti. Questo aspetto del regolamento permette di affrontare le partite anche in assenza di un vero e proprio Dungeon Master. Grazie alla casualità data dai dadi, anche un giocatore singolo può decidere di addentrarsi nei meandri di un dungeon con l’incognita di quello che gli succederà.
Le sessioni di Dungeon Crawlers iniziano nel modo più classico possibile, con la creazione dei personaggi. Di ogni avventuriero dovremo decidere razza e ruoli, ognuno con caratteristiche predefinite che potremo però bilanciare in maniera diversa durante la partita aumentando di livello ed acquisendo mosse extra.
Una volta creati i personaggi è il momento di scegliere quale avventura affrontare. Come detto in precedenza il manuale ne comprende 6, tutte diverse tra loro e, soprattutto, altamente rigiocabili. L’alea che domina il gioco rende impossibile che vengano giocate due partite simili. I dadi definiscono tutto, dal tipo alla forma della stanza alle varie porte e aperture, le trappole, dal tipo di corridoi che troveremo e cosa potremmo incontrare al loro interno. I dadi stabiliscono anche i nemici ed eventuale contenuto dei tesori.
Questo vi fa capire quanto lavoro ci sia stato per poter prevedere il risultato dei dadi nel manuale. La variabilità dei risultati fa sì che le sei avventure possano essere tranquillamente giocate più e più volte. Prendendo infine come punto di partenza le avventure contenute nel manuale possiamo notare come anche la durata del gioco sia stata quasi prestabilita.
Il sistema di Dungeon Crawlers, infatti, prevede una serie di milestone che verranno svelate dopo un determinato numero di round, o meglio, di stanze superate, veri e propri checkpoint nei quali gli eroi potranno guadagnare premi e recuperare energie. Durante le nostre avventure ci troveremo più volte ad affrontare nemici o prove. In tutti i casi ci sarà richiesto un punteggio minimo da dover ottenere con il tiro di dadi per poter essere superato.
Una partita a DC dura mediamente intorno alle 2 ore e mezza (15 stanze), tempo ovviamente variabile a seconda di come si deciderà di affrontare l’avventura.
Cosa ne penso?
Dungeon Crawlers non è stata la mia prima esperienza nel campo GdR. In passato ho avuto modo di cimentarmi in altre partite con titoli più o meno famosi (e anche regolamenti assurdi) e sono stato anche in un paio di occasioni master, prevalentemente in sessioni un po’ “atipiche” (formazione professionale). Il ruolo del DM, nei Giochi di Ruolo, è molto delicato e difficile ma spesso il giocatore se ne accorge solo dopo averne fatto esperienza.
Dover prevedere le azioni dei giocatori o più banalmente dover improvvisare per risolvere un imprevisto di gioco, non sono propriamente azioni alla portata di tutti. Anche semplicemente riuscire a disegnare una mappa fatta bene, della grandezza e della difficoltà giusta e riempirla con incontri e ritrovamenti, sono compiti che possono prendere ore, se non giorni, prima della partita vera e propria. Tutto questo lavoro, in Dungeon Crawlers è stato completamente eliminato demandando al caso ogni scelta.
La mappa, i nemici, i ritrovamenti, le prove, i tesori… tutto è in mano al tiro di dadi, lasciando così ai giocatori (tutti) la leggerezza del gioco di ruolo dei videogame di una volta. Ricordate Ultima, Eye of the Beholder o Baldur’s Gate? Ecco, molto semplicemente lo spirito con cui si affronteranno le sessioni di gioco sarà quello, per tutti i partecipanti.
Proprio questo aspetto lo rende giocabile in solitaria e fa si che questo gioco diventi molto simile ad un Librogame. Se ci pensate infatti tutta l’esplorazione si sviluppa da sola e le milestone sono delle mini storie a bivi che vi porteranno di fronte a combattimenti, scelte diplomatiche o tesori.
Come ho detto all’inizio, era un po’ che non recensivo un gioco di ruolo. La fortuna ha voluto che cominciassi proprio da questo gioco che assomiglia tanto, come scrittura e giocabilità, oltre che a un videogioco e, come accennato, ad un librogame, genere del quale sono un grande appassionato. Ho fatto partite in diverse configurazioni, in solitario per imparare il regolamento e poi in 2 e 4 giocatori.
Nelle partite in famiglia si è deciso collaborare al 100% in tutte nelle scelte della missione, eliminando in questo modo il peso del giocatore Alfa (beh, non del tutto, qualcosina suggerivo…). Abbiamo lasciato che il gioco decidesse per noi come divertirci e devo dire che ci è riuscito alla grande.
Il regolamento è facilissimo da apprendere e da spiegare. La mia compagna, che non aveva mai giocato ad un gioco di ruolo, è riuscita ad entrare nel meccanismo dopo solamente due turni, diventando anche propositiva prima del primo checkpoint, anzi, alla prima milestone. Tutto è andato liscio dall’inizio, a parte il fatto che nella partita in solitario ed in quella in 2 non siamo riusciti ad arrivare al secondo obiettivo, cosa invece che siamo riusciti a raggiungere aumentando il numero di giocatori.
È proprio questa facilità nell’approccio e la confidenza che Dungeon Crawlers infonde che non deve trarre in inganno. Il gioco non è per niente facile e, come accennato, è molto molto probabile che le sessioni di gioco finiscano prima del previsto. Prendete per esempio una persona come me che viene costantemente bullizzata dal tiro dei dadi. Secondo voi, dei 10 scrigni che ho avuto modo di aprire, quante volte sono andati distrutti perdendo anche il contenuto a causa di un tiro sbagliato? Ve lo dico io, la metà.
E’ ovvio che si possa scegliere comunque di giocare con un Master a dirigere il gioco, ma siamo sicuri che un DM accetterà il compromesso di non poter essere a 100% il “padrone” dell’avventura?
A chi credo possa essere indirizzato questo titolo? A chi vuole affrontare un gioco di ruolo in modo estemporaneo, a chi si approccia per la prima volta a questo fantastico mondo e, ovviamente, a chi come me è cresciuto esplorando dungeon in mappe isometriche cliccando compulsivamente sul pulsante sinistro del mouse.
L’estrema compattezza del gioco ed il fatto che il tiro di dadi più essere simulato tranquillamente da un’app su smartphone, gli permette di essere trasportato ovunque a patto che, a differenza mia, vi ricordiate di includere anche dei fogli di carta a quadretti più grandi di quelli che ho usato io…