ABC Boom [nonsolograndi]

ABC BOOM  è il gioco Djeco di cui parliamo oggi nella nostra rubrica nonsolograndi del venerdì. il titolo è opera del collettivo Babayaga (noi vi abbiamo già parlato di diversi loro giochi sempre con Djeco, come P’tit Market e Méchanlou, oltre a diversi altri) e le illustrazioni sono di Veronique Bulteau.

ABC Boom è un gioco di abilità e vocabolario; questa la prima frase che troviamo sul regolamento e già con questa frase dovrei avervi incuriosito abbastanza per continuare a leggere questa recensione.

I materiali

La scatola di ABC Boom contiene:

  • Un tabellone rotondo con un diametro di poco superiore ai 15 centimetri;
  • Le ventisei lettere dell’alfabeto (sì ci sono anche le lettere straniere) in legno, divise in gruppi di quattro colori differenti: azzurro, rosa, giallo e verde;
  • Quarantadue carte quadrate di grandi dimensioni;
  • Quattordici bacchette in legno.

Materiali a livello Top. Tutto di buone dimensioni, colori che piacciono e che non disturbano se visti nel complesso, impatto visivo delle carte ottimo. L’unica piccolissima nota un poco stonata la grammatura della carte stesse un pochetto leggere, specie pensando ai fruitori del gioco; ecco cosa impedisce di raggiungere i pieni voti al gioco.

Il gioco… ovvero eccovi le regole

Le regole si riassumono in poche frasi: al proprio turno il giocatore scopre una carta e tenta di realizzare l’azione richiesta che può essere o posizionare una lettera, dicendo una parola che la contenga) oppure posizionare il numero di bacchette indicato dalla carta pescata, poggiandole sulle lettere già presenti ed indicando una parola che contenga le lettere che si stanno collegando.

Per posizionare le lettere sul tabellone ci sono semplici regole di piazzamento: sul tabellone sono presenti quattro postazioni in cui verranno posizionare le quattro lettere che serviranno come base per la struttura; se una postazione è libera, un giocatore deve posizionarvi una lettera dello stesso colore sopra in alternativa si può posizionare la lettera sulla struttura senza ulteriori vincoli.

Se un giocatore non può effettuare l’azione per mancanza di lettere o di bacchette, salta il turno e la mano passa al giocatore seguente, che scopre una nuova carta. Quando invece la carta viene posizionata correttamente il giocatore prende la carte di cui ha eseguito l’azione; in caso contrario la scarta. Alla fine del gioco, quando le carte si esauriscono, vincerà il giocatore con il maggior numero di carte.

Qui un video con qualche turno di gioco:

Variante

Noi siamo cattivelli; e quando vogliamo giocare con questo animo cattivo il posizionamento della lettera è vincolato al fatto che si trovi una parola che non solo contenga la lettera, ma contenga tutte le lettere che le fanno da base, almeno al primo livello e se poi si vuole essere cattivissimi … a tutti i livelli.

Considerazioni Personali / Impressioni

La scelta più interessante del gioco si presenta quando è presente un buon set di lettere tra cui scegliere in base alla carte che si è estratta; il giocatore di turno dovrà valutare quanto agire in sicurezza e quanto, invece, provare a mettere in difficoltà i giocatori successivi. La seconda scelta interessante è, quando presente, una struttura, solida o meno solida, valutare con attenzione in quale punto mettere la lettera che si deve posizionare in base alla carta estratta, cercando di agire in modo il più sicuro possibile così da non rischiare il terribile crollo della struttura che ci porterà, come conseguenza, a non avere la carta del turno.

Ci sono, ovviamente, lettere, più semplici e lettere più difficili, come tutte le lettere arrotondate. Queste lettere oltre ad avere qualche piccola difficoltà di piazzamento, danno soprattutto problemi per i successivi piazzamenti; dal momento che si rende la base meno geometrica e un po’ più instabile.

Come piazzo questo bastoncino

I bastoncini danno altri spunti interessanti di piazzamento. Innanzitutto il fatto che si debbano piazzare su due lettere differenti aiuta a creare dei ponti su cui piazzare le future lettere e ci sarà un momento del gioco in cui i giocatori brameranno l’arrivo dei bastoncini (che puntualmente arrivano quando meno serve 😊) ma a struttura consolidata potrebbe addirittura essere più complesso piazzare i bastoncini piuttosto che le lettere.

Qualcuno ha pensato che questo gioco potrebbe essere una versione basica di Tokyo Highway? Beh l’ho pensato anche io quindi direi che un minimo di similitudine ci deve essere. Ah poi come in Tokyo Higway è bellissimo vedere la ragnatela che si viene a creare … ovviamente qui siamo ad uno stadio di complessità inferiore, ma il gioco è interessante e divertente rispetto al target dei giocatori che ha.

Mi piace far crollare

La proporzione tra lettere e carte è forse un po’ sbilanciata, ma il gioco punta al fatto che, facilmente, i problemi di piazzamento faranno cadere delle lettere; che così ritorneranno ciclicamente in gioco. I crolli sono piuttosto frequenti e anche il fatto che le lettere che rimangono sul tabellone costruiscono la futura base del gioco dà variabilità e un punto di vista sempre diverso al tabellone del gioco.

Credo anche, sempre parlando del rapporto carte lettere, che sia consigliabile, se si gioca in due assottigliare il mazzo di pesca delle carte, altrimenti l’esperienza di gioco rischia di essere un minimo monotona (insomma manca un piccolo indicatore di scalabilità). Ai piccoli giocatori, ovviamente, piace il momento del crollo e sono interessati a vedere dove andranno a posizionarsi le lettere che cadono (se vi piace l’idea di costruzioni che cadono dato uno sguardo a Ka-Woom) anche più del vincere la carta e così avvicinarsi alla vittoria. Letizia spesso alle prime partite faceva cadere la costruzione, al che, incuriosito, le ho chiesto “ma non riesci a mettere le lettere bene?”; la sia risposta è stata: “mi piace far crollare tutto!”

Cosa si impara in questo gioco

Personalmente aggiungo questo paragrafo perché ritengo importante ricordare che il gioco è fondamentale nel percorso di crescita del bambino e che ”gli esseri umani hanno bisogno di un equilibrio” dallo scrittore giapponese Haruki Murakami.

Ecco quindi in elenco le cose che Lorenzo e Letizia hanno imparato giocando a ABC Boom:

  • ad arricchire il proprio vocabolario ascoltando le parole dei compagni di gioco;
  • che due abilità molto differenti possono amalgamarsi molto bene;
  • a valutare quanto rischiare per, eventualmente, mettere in difficoltà i compagni di gioco;
  • a conoscere le lettere straniere.

Le età giuste per giocarci

Sulla scatola di ABC Boom compare 8+ e questo lascia già supporre che stiamo affrontando un gioco che non è strettamente nonsolograndi. La fascia di età di accesso al gioco è sicuramente 8 anni, prima, infatti, potrebbe mancarci un po’ di linguaggio e di vocabolario, per essere competitivi al massimo e similmente, in alcune situazioni potrebbe essere difficile decidere per l’equilibrio corretto.

ABC Boom si presta bene ad essere giocato a partire dagli 8 anni e può avere molti anni di vita davanti sé; di sicuro si arriverà a scegliere altro, ma il suo mestiere lo fa molto bene, soprattutto trasversalmente alle età nelle partite in famiglia. Ancora una volta (dopo Space Cats)  Djeco ci presenta un gioco che è sulla soglia del “Consigliato da GSNT” che riserviamo ai giochi di assoluta eccellenza e a cui non arriva davvero per un’inezia.

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